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La rivelazione del Libro dello Zohar dipende da quanto sforzo ci mettiamo per sentirlo

areshimoisonescompletefuturestate_thumbQuando leggo Il Libro dello Zohar, voglio che in qualche modo mi cambi: mi porti in alto, in basso, mi susciti delle impressioni e mi faccia sentire delle sensazioni. Non voglio sentire solo delle parole, ma voglio sentire dei cambiamenti profondi dentro di me.

Questo non avviene all’improvviso. E’ come un bambino che non sente e non vede nulla durante i primissimi giorni della sua vita, e poi invece incomincia a sentire e a vedere, anche se ancora non riesce a capire nulla. In seguito il bambino incomincia a conoscere il modo in modo attivo – e da quel momento non c’è più nulla che lo ferma! Afferra ogni cosa, si arrampica ovunque, ha bisogno di toccare tutto e di conoscere tutto! Questo è quello che dovremmo fare – prendere ad esempio un bambino e imparare da lui!

Infatti, questo è il modo in cui nasciamo gradualmente nel mondo spirituale. Abbiamo bisogno di prendere ad esempio un bambino – per aspirare incessantemente a percepire il mondo spirituale.

Il mondo spirituale è l’unione in un solo ed unico desiderio di tutte le aspirazioni individuali verso il Creatore. E’ dentro questo desiderio che percepiremo il Creatore. Quando leggiamo il Libro dello Zohar, dobbiamo ricercare dentro di noi le sensazioni che il testo descrive: “Che cos’è Atik, Arich Anpin,  cosa significa ascendere, discendere, come mi unisco al AHP del Livello Superiore, e come vengo innalzato?” Così facendo, saremo come un bambino che cresce e si sviluppa.

Questa è la ragione per cui è scritto: “Ho faticato ed ho trovato”. Dipende da noi sforzarci e desiderare la rivelazione. Dobbiamo aspirare a raggiungere la forza della dazione e dell’unione, e allora la troveremo!

Alcuni uomini trovano difficile avere queste percezioni, per altri invece è facile. Tuttavia, quando studiamo Lo Zohar in un gruppo, le differenze spariscono. Se noi tutti desideriamo raggiungere questa percezione, se ogni uomo si impegna in base alle sue capacità, allora succederà. Succederà a tutti coloro che sono seduti in classe o che stanno guardando la lezione attraverso Internet o la televisione.

Dobbiamo fare soltanto uno sforzo costante per stanare queste sensazioni dentro di noi. Allora le percepiremo gradualmente dentro di noi e sapremo reagire ad ogni parola del libro. Ciò che conta non è se capiamo quello che c’è scritto nel modo giusto o sbagliato, ma conta lo sforzo che ci mettiamo per risvegliare delle sensazioni e delle reazioni interiori alle parole del Libro dello Zohar.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 21.12.09

Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “E Giacobbe mandò” articolo 52
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“Prefazione alla Saggezza della Kabbalah,” articolo 81, lezione 34
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“Prefazione a Il Libro dello Zohar”, articolo 1
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Il Creatore è la fine, il principio, il mezzo, e lo scopo

howcansingularitybetransformedwithoutchanging_thumb1Tutti gli sforzi di riunire i nostri desideri in un gruppo Kabbalistico dovrebbero essere rivolti ai nostri desideri verso il Creatore. Tutti gli sforzi dovrebbero essere compiuti solo per il bene di rivelare il Creatore e per unirsi con Lui. Allora non potremo più ripetere gli errori fatti dal comunismo sovietico o dalla politica dei Kibbutz in Israele, che consideravano l’unione dei “proletari di tutti i paesi” come uno scopo meritevole, e fu per raggiungere questo fine che la società venne cambiata e questo cambiamento fu visto come una condizione necessaria per ottenere la perfezione.

Gli uomini non capiscono che il mondo, così come noi stessi, siamo stati creati per il solo scopo di rivelare le qualità del Creatore dentro di noi, per raggiungere il Suo livello di esistenza. Questo obbiettivo dovrebbe essere perseguito in ogni azione che compiamo, sia con il cuore che con la mente. Per esempio, cosa c’è che non va a fare semplicemente una cosa che avvantaggi un mio amico, o l’ambiente, o il mondo? Sebbene queste azioni sembrino buone, il problema è che qualsiasi azione che non comprenda dall’inizio lo scopo finale, il Creatore, non merita le Sue forze. Quindi non si tratta di un’azione di correzione, ma al contrario, si tratta di un’azione che provoca la nostra crisi nel suo insieme – il risultato del nostro “sviluppo”.

Ogni azione deve essere fatta per il giusto scopo, affinché possa avere successo; deve ciò comprendere il Creatore come causa iniziale, e Colui che è il Solo che fa in modo che io mi possa percepire, possa percepire il mondo, e la situazione in cui mi trovo. L’azione deve tener conto del fatto che Egli determina l’inizio dell’azione, il suo bisogno, ed il suo risultato, come è scritto, “Io sono il primo ed io sono l’ultimo!” L’uomo è solo la materia attraverso il quale le azioni vengono compiute. In sostanza, l’uomo non è colui che controlla o che esegue l’azione.

Perciò, il nostro solo compito è di avere ben chiaro come relazionarci con ciò che succede. Sebbene, così facendo, non determiniamo affatto la misura della correzione dei nostri desideri, e quindi la percezione di questa correzione, e nemmeno la percezione di questo mondo e dei mondi spirituali.
Se non accetteremo il Creatore come partner, non avremo successo in nessuna azione. Finiremo invece in un occultamento sempre più profondo e devieremo dal giusto percorso. Quando succede questo, allora ci vorrà un notevole sforzo, con la conseguente disperazione, per farci cominciare a comprendere perché ci sta succedendo questa cosa. Troveremo allora la causa della sofferenza dentro la sofferenza.

Il fatto è che la Forza Superiore è tutto! Determina ogni azione, la crea, ne prende parte, la organizza, la realizza e fornisce l’intera ricompensa e il suo appagamento. Perciò, se non ci concentreremo sul Creatore, che è sempre presente dentro la nostra materia e dentro tutte le nostre azioni, e se non Lo renderemo lo scopo principale di tutti i nostri sforzi, commetteremo un gravissimo errore che ci costerà molto caro.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 20.12.09

Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “E Giacobbe mandò”, articolo 21
Il Libro dello Zohar forma un senso spirituale dentro di noi capace di percepire la realtà che non è ancora visibile a noi, il mondo nascosto. Si trova dove è nascosto il segreto della nostra vita.
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“Prefazione della Saggezza della Kabbalah,” articolo 79, lezione 33
Nelle sette Sefirot inferiori, Bina discerne i desideri di quello che si trova sotto. Bina quindi diventa una madre che capisce il suo bambino, e il bambino ha qualcuno verso cui piangere.
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“L’occultamento e la rivelazione del Creatore”
Ogni persona sente il mondo in base ai suoi desideri, e i desideri dipendono dalla Luce che influisce su di loro.
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