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Lezione quotidiana di Kabbalah– 07.12.09

Preparazione alla lezione
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Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “Noah,” articolo 252
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Articolo: “Prefazione alla Saggezza della Kabbalah,” articolo 55, lezione 24
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Articolo: “Il Carattere della Kabbalah,” lezione 2
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Il libro dello Zohar è come un fiume che sgorga dal Giardino dell’Eden

clip_image001Dobbiamo aprire noi stessi affinché il Libro dello Zohar possa scorrere dentro di noi con facilità, completamente e senza ostacoli. Allora cominceremo a sentire delle nuove sensazioni di ciò che sta succedendo in quell’altro mondo.

Dobbiamo aspettarci di percepire un quadro che è fatto di sensazioni, ma senza fantasie o visioni. Dovremmo desiderare di percepire le parole di questo libro immediatamente e direttamente, come quando leggiamo qualcosa che comprendiamo e che ci è vicino, e che ci sembra di vivere mentre siamo immersi nella lettura.

Il testo del Libro dello Zohar è un fiume che sgorga dal Giardino dell’Eden e che scorre nel cuore dell’uomo. Chiunque apra il suo cuore sarà bagnato dalle sue acque, ne sarà purificato e comincerà a vedere.

Non perdete l’occasione di ricevere una consegna dal Creatore

marriage_thumbIn passato, anche se solo un centinaio di anni fa, c’erano molte persone che erano pronte a lasciare tutti i loro averi e a fare tutti gli sforzi inimmaginabili per rivelare il Mondo Superiore nascosto. Tuttavia, poiché non era ancora il momento che l’umanità Lo rivelasse, e l’umanità non aveva ancora raggiunto la connessione globale, il Dominio Superiore non spinse gli uomini in questa direzione.

Nel 20° secolo l’egoismo collettivo ed individuale degli uomini è cresciuto in misura tale che un uomo riflette su ogni sforzo infinitesimale che deve fare, valutando se farlo o no. Se un pensiero sulla spiritualità ( buono o cattivo) ci attraversa, è un segno che il Creatore, il Grado Superiore, sta scendendo verso di noi e ci sta invitando a connetterci con Lui. In risposta, un uomo deve cercare una connessione più profonda e il modo per sbloccarla.

Il Livello Superiore ci manda dei pensieri che Lo riguardano per svegliarci, noi che siamo al livello inferiore, ed Egli si aspetta da noi una risposta o una reazione. Noi, il livello inferiore, dobbiamo solo aprire il messaggio ricevuto e scoprire cosa c’è dentro.

E’ come qualcuno che sta bussando alla nostra porta, dicendo: “C’è una consegna!” L’oggetto della consegna è un pensiero sulla spiritualità che all’improvviso ci arriva. In risposta, noi dobbiamo aprire la porta, ricevere la consegna, e poi aprirla per scoprire chi la manda e come dovremmo rispondere.

Invece, mentre sentiamo bussare alla porta, ce ne restiamo seduti ed aspettiamo di vedere – cosa succederà dopo? Ma niente può succedere, perché l’intero messaggio è contenuto nella chiamata, nel bussare; è dentro i nostri cuori. Dunque, noi siamo come un uomo che non ha voglia di alzarsi dalla seggiola e che grida al postino: “Lascialo vicino alla porta, lo prenderò più tardi!”

Questa è la ragione per cui la Forza Superiore ci lascia soli e noi perdiamo l’urgente necessità della spiritualità finché non veniamo risvegliati un’altra volta. Ma chi sa quando questo bisogno ritornerà? Ecco perché nel momento in cui riceviamo ogni sollecitazione dobbiamo realizzarla completamente finché non è finita, finché non abbiamo aperto tutti i messaggi e le consegne e non abbiamo trovato l’indirizzo del mittente.

Io dormo, ma il mio cuore è vigile; è la voce del mio amato che bussa, dicendo, “Aprimi, sorella mia, amore mio, amore mio, mio purissimo

Mi sono tolto il mantello, come me lo rimetterò? Mi sono lavato i piedi, come li sporcherò?

…il mio amato si ritirò, e se ne andò…

(Da Cantico di Cantici di Re Salomone 9° secolo AC).