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Lezione quotidiana di Kabbalah– 30.11.09

Preparazione alla lezione quotidiana di Kabbalah
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Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “Noah”, articolo 174
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Articolo “Il Corpo e l’Anima”, lezione 6
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Gli insegnamenti della Lingua dei Rami e delle Radici

themeaningofspiritualandphysicaltears_thumbDomanda: Durante lo svolgimento dello studio, l’uomo acquisisce la conoscenza sulle radici spirituali?

Risposta: L’uomo acquisisce molte conoscenze intellettuali mediante lo studio della Kabbalah, però questo non ha niente a che vedere con il raggiungimento delle radici spirituali. Raggiungere le radici spirituali significa raggiungere la qualità della dazione. Non è una conoscenza, ma la ricezione di nuovi e corretti attributi.

Adesso ho 613 desideri materiali e quando li trasformo in desideri spirituali, 613 desideri di dazione, ciò vuol dire che raggiungo le mie radici spirituali. Raggiungo “l’io che da” anziché “dell’io che riceve”.

Il Mondo Superiore viene rivelato in me, nelle mie qualità corrette. Le radici spirituali sono le mie qualità, e proprio adesso, vedendo questo mondo, percepisco il mio sé che è l’immagine che esiste dentro di me. La combinazione di tutte le mie qualità e la connessione tra di loro è ciò che chiamo questo mondo.

Nel mio piano interiore, ci sono molte connessioni, segnali ed impressioni, l’insieme delle quali le chiamo il mio mondo. Quando questo piano comincia a lavorare in accordo al principio della dazione, raggiungendo appena il primo grado in tutti i suoi elementi, vorrà dire che ho raggiunto le mie radici spirituali.

La connessione tra il mio precedente stato, quando sentivo il mondo nel mio piano materiale, che era connesso per amore della ricezione, ed il piano che è connesso in accordo al programma della dazione, è chiamato linguaggio dei rami. Grazie a questo linguaggio comincio a capire come il Creatore ha creato i livelli spirituali e tutti i gradi dell’ascesa.

Piuttosto che agire su un livello superficiale, solo in un singolo livello, capisco cosa sta succedendo tra i differenti livelli e come stanno avvenendo le discese o le ascese. Se studio solo un livello, posso essere solo inanimato, vegetale o animato all’interno di quel livello.

Comunque, se studio la differenza tra questi livelli o piani, scoprirò cosa posso usare per cambiare ancora me stesso. In altre parole, il linguaggio dei rami è un mezzo per elevarsi sempre più in alto.

Non ci parla su un piano superficiale, come fanno i linguaggi di questo mondo, al contrario spiega le differenze tra questo mondo e quello spirituale, la connessione tra le radici ed i rami. Non sto studiando solo il mondo spirituale, sto studiando entrambi i mondi insieme, l’uno contro l’altro.

In questa maniera, riesco a conoscere le azioni del Creatore. Dopotutto, la cosa più importante non è il livello in sé, ma cosa c’è tra essi. Ciò mi aiuta a capire come posso cambiare me stesso, elevandomi ogni volta sempre più in alto. Questo è ciò che abbiamo bisogno di imparare dal Maestro.

(Dalla lezione dell’articolo “L’Essenza della Saggezza della Kabbalah” 29.10.2009)

Lezione quotidiana di Kabbalah – 29.11.09

Preparazione alla lezione quotidiana di Kabbalah
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Gli scritti di Rabash, Shlavey HaSulam, “L’Importanza degli Amici”
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“Prefazione alla Saggezza della Kabbalah”, articolo 13, lezione 20
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Articolo “Il Corpo e l’Anima”, lezione 5
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Il livello di un kabbalista rispecchia l’egoismo dell’umanità

go-aroundHo ricevuto una domanda: Qual è la differenza tra i libri scritti dai kabbalisti del passato, e quelli che hanno scritto i kabbalisti moderni?

La mia risposta: Baal HaSulam dice che il Rabbi Akiva sapeva veramente di più di Rabbi Shimon, poiché lo aveva preceduto, fu il suo maestro. Comunque, il livello dei kabbalisti anteriori a Rabbi Akiva era molto più elevato.

Va da sé che Baal HaSulam sapesse meno di Rabbi Shimon e di tutti i kabbalisti precedenti. Tuttavia, con lo scopo di occuparsi di noi, gli fu concessa l’opportunità di imparare ad esprimere i suoi gradi. Questo è ciò che scrive di sé stesso.

Valutiamo un kabbalista per i suoi libri, “Questo è un libro magnifico! Capisco tutto ciò che dice. Si tratta di un grande kabbalista”. Però, se capisco i suoi libri, forse, dopo tutto non è così grande.

In altre parole, qualifichiamo una persona, basandoci su quanto sia vicina a noi e nella misura in cui possa discendere al nostro livello, non secondo la sua elevazione, ma secondo la sua abilità di essere un maestro e per essere nostro maestro, non è necessario che sia grande.

Congiuntamente allo sviluppo storico dell’egoismo in ogni persona e nella società come tale, il livello dei cabalisti sta diminuendo.

Durante “l’epoca del Tempio” (il Tempio è l’anima di ogni persona nello stato di dazione ed amore, e la caduta del Tempio è la discesa nelle relazioni di odio), le persone percepivano chiaramente la spiritualità, cioè sentivano amore e solidarietà, vivevano come un solo uomo, ed erano simili al Creatore. Comprendevano e sentivano queste cose per conto proprio.

Non possiamo immaginare cosa significhi ciò. È scritto che paragonati a loro, noi siamo come asini accanto a persone. Questa non è una esagerazione o una bella espressione, loro avevano una mentalità, una visione  ed un senso totalmente differenti.

(Dalla lezione dell’articolo “L’Essenza della Saggezza della Kabbalah” 28.10.09)