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Aiuto contro me stesso

hiddenpart_thumbSe cerchiamo la rivelazione del mondo spirituale nel posto giusto – in quella connessione che creiamo tra di noi, e in essa vogliamo rivelare il Creatore, allora ne abbiamo bisogno ed essa ci si rivela a noi. E se io non mi concentro su questo obiettivo, allora tutto il resto si chiama innumerevoli calcoli – qualunque direzione, tranne la direzione verso la verità.

Ma quando cerco di mantenere questo senso unico, ai miei occhi cominciano ad apparire numerosi ostacoli che cercano ancora di più di indirizzarmi verso altri scopi. Essi sono destinati a mostrarmi dove non ho sufficiente accuratezza e sensibilità, in modo da non fallire.

In primo luogo, ho solo una direzione generale verso l’obiettivo, e poi il mirino diventa sempre più preciso. Così i disturbi aumentano costantemente la mia sensibilità, in modo che io mi orienti in maniera più precisa nel punto e non semplicemente nel “cielo”.

I numerosi calcoli – sono tutti desideri egoistici di questo mondo: soldi, fama, potere e conoscenza. A me vengono costantemente diversi ostacoli, ma per tutti loro non dovrei perdere l’obiettivo ma cercare di vederlo attraverso la nebbia e la confusione dei sensi. Poi vedo che tutta questa confusione è stata creata a mio favore.

Il mio egoismo – è un aiuto contro “me stesso” egoista. In misura del mio cambiamento verso la dazione, gli ostacoli scompaiono. Quando la spiritualità è nascosta, non c’è un altra forza se non lo stesso egoismo , il quale con i suoi disturbi mi porta alla meta – Creatore.

Lezione quotidiana di Kabbalah– 30.12.09

Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “E Giacobbe mandò”, articolo 258
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“Prefazione alla Saggezza della Kabbalah”, articolo 97, lezione 39
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“Prefazione a Il Libro dello Zohar”, articolo 21, lezione 6
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Il Creatore ha creato l’uomo direttamente

dontstarveyourselfusetheupperlightinstead_thumb1È scritto: “Il Creatore ha creato l’uomo direttamente, ma le persone hanno inventato molti calcoli. Ci sembra che il mondo è così enorme e colorato – ma tutto questo è perché noi non ci possiamo unire intorno ad una radice unica, e ci buttiamo tra desideri diversi, facendo un sacco di calcoli alla ricerca di qualcosa da conquistare e qualcosa per godere.

Quando noi cominciamo tutto questo concentrandoci in un’unica radice, desiderando di dare a Lui, allora arriviamo ad un principio semplice: concentrare tutto su un obiettivo solo “Scoprire l’Unico colui che Dà”.

La scoperta si basa sul principio dell’assomiglianza: l’uomo deve costruire un tale sistema in sé, che tutti i suoi innumerevoli desideri e pensieri siano solo in un principio semplice: “Non c’è niente, tranne la dazione!”

Trovare dentro di se la proprietà della dazione – si intende rivelare il Creatore. Il problema è che non è possibile lasciare gli innumerevoli calcoli e indirizzarsi verso l’unico principio, verso l’unico Colui che Dà . Ma come risultato degli sforzi, l’uomo comincia a capire che tutti gli ostacoli – sono di aiuto, solo per orientare se stesso verso il vero obiettivo.

Lezione quotidiana di Kabbalah – 28.12.09

Il Libro dello Zohar – Selezioni, capitolo “E Giacobbe mandò”, articolo 244
L’“anima” è il grado della connessione dell’uomo e la somiglianza al Creatore.
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“Prefazione alla Saggezza della Kabbalah”, articolo 92, lezione 38
Ogni grado spirituale è vestito dei gradi vicini ed è libero solo ad un punto. Lì decide con quali dei gradi vicini mettersi in relazione.
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“Prefazione a Il Libro dello Zohar”, articolo 17, lezione 5
Non possiamo rivelare la luce senza il buio, e non possiamo rivelare l’amore senza l’odio. Questo è il motivo per cui il buio rimane fino alla fine della correzione.
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Un punto indipendente al di sopra della materia creata

laitman_2009-08_5961_w1 L’essere umano è creato dall’unione di Malchut e Binà, le qualità della ricezione e della dazione. Questo è ciò che ci da la capacità di essere corretti. Binà si connette con Malchut e ciò fa nascere una terza realtà che include ambedue, ma non appartiene a nessuna di esse.

Malchut è l’attributo del giudizio, attraverso il quale non si può costruire niente. Binà è l’attributo della misericordia, che non ha potere di creare. La forza creativa può essere prodotta solo grazie alla loro unione. Supponiamo che prendiamo cemento, acqua e sabbia, li mescoliamo per produrre del materiale e manifatturiamo blocchi per costruire. È così che produciamo un materiale di costruzione fatto con questi attributi. Sebbene gli attributi stessi si perdano nel materiale, una nuova realtà è nata.

Cosa ha di particolare una goccia di sperma che permette di passare dal padre alla madre, crescere e far nascere un bambino che più in avanti diventerà un individuo, un essere umano? Perché all’improvviso egli si separa dai suoi genitori e smette di appartenere loro quando arriva ad essere un essere indipendente?

Al principio un bambino si comporta in accordo ai suoi istinti naturali che possiamo capire. Però, quando arriva all’età di sei o sette anni, all’improvviso diventa indipendente e comincia ad avere la sua propria opinione. La sua natura animata ha smesso di controllarlo ed è nata una nuova personalità che non è una replica di suo padre o sua madre. Sembra che abbia qualcosa dei due, però allo stesso tempo, ha la propria. Non capiamo come accada ciò, posto che non vediamo la radice degli avvenimenti.

Tuttavia, questo è proprio ciò che il Creatore desidera: che una nuova vita, la linea media (l’essere umano) nasca dalle forze di ricezione e dazione che Lui ha creato, da due forze opposte che si sono unite. Il suo scopo non è stato di creare un desiderio, posto che un desiderio è solo un materiale che reagisce automaticamente al “bene” o al “male”. Anzi, il Creatore e l’essere umano esistono al di fuori della materia. Il Creatore ha voluto creare un punto che si trova al di sopra del desiderio e che nasce dall’unione dell’attributo della ricezione e dall’attributo della dazione. Questa è del tutto una nuova realtà che è il tuo “io”.

Superare la gravità terrestre

img_8378Le lezioni sulla scienza della Kabbalah sono diverse da qualsiasi altro tipo di lezioni, poiché la Kabbalah ci insegna a percepire la realtà che non sentiamo naturalmente dalla nascita. Bisogna prepararsi per queste nuove sensazioni mediante i seguenti passi:

1.Prima della lezione dobbiamo disconnetterci da tutti i problemi e le preoccupazioni, come se mai prima fossimo esistiti in questo mondo e come se il mondo stesso non esistesse. Se vogliamo sentire una nuova realtà, non ci deve preoccupare niente a parte noi stessi, per cui dobbiamo fingere che il nostro mondo non esista.

2.Dobbiamo cercare di cominciare a sentire qualcosa di grande, di nuovo, di eterno, elevato e globalmente decisivo. Per tanto dobbiamo essere preparati ad accettare questa nuova elevazione e grandezza.

3.La percezione dei mondi spirituali si ha nell’unità delle anime. Dobbiamo essere coscienti che soltanto tramite gli sforzi interiori congiunti per unire le nostre aspirazioni in un’ intenzione comune, potremo generare in tutti ed ognuno di noi, il vero desiderio di percepire il regno spirituale: l’attributo della dazione e dell’amore.

4.Come risultato dei nostri sforzi congiunti per raggiungere l’attributo della dazione e dell’amore, scopriremo che abbiamo bisogno dell’aiuto esterno, il che creerà una preghiera interiore al Creatore, chiedendogli che ci aiuti e faccia nascere dentro di noi questo attributo.

5.Questa preghiera può emergere e condizionarci nel tempo dello studio in gruppo delle fonti cabalistiche originali.

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Se guardi indietro diventerai una colonna di sale

laitman_2009-08_2934Per passare da una forma all’altra, in primo luogo, devi smettere di utilizzare totalmente i desideri precedenti. Soltanto dopo, una persona, può decidere come utilizzarli in un altro modo. Rabash dava l’esempio di un alcolizzato,che prima deve lasciare le bevande completamente, per dopo poter fissare nuove regole.

Nella spiritualità, ogni nuovo livello si costruisce da zero. Rabbi Shimon, l’autore del Libro dello Zohar cadde al livello di “Shimon, il commerciante del mercato”, prima di ascendere al livello finale più elevato: lo stato corretto. Esiste una legge che dice: “L’elevatezza dell’ascesa è uguale alla profondità della discesa”. Non raggiungeremo mai la vittoria, a meno che non adotteremo questa attitudine nella spiritualità.

Per tanto, una persona non può trascinarsi gli ostacoli del passato. Dobbiamo cancellarli tutti totalmente e dopo creare una nuova attitudine da zero. Se conserviamo qualcosa del passato, non sarà tutto nuovo e non avremo successo.

Nel nostro mondo, questo non si manifesta chiaramente e per questo ci sembra possibile costruire qualcosa di nuovo su vecchie fondamenta. Tuttavia, siccome la stessa legge opera sulla nostra materia fisica, finirà con l’essere un fallimento e non ne conosceremo la ragione. È perchè tutto deve iniziare da zero, a partire da una nuova attitudine. Deve avere una rottura totale con tutto quello che aveva prima. Se non interiorizziamo questo principio nella spiritualità, il tempo passerà invano.


Non aver paura degli errori

laitman_2009-11_87501Domanda: il periodo della preparazione è il tempo della concentrazione dei desideri?

Risposta: il periodo della preparazione è il più importante e speciale, è particolarmente durante questo tempo di occultamento ed oscurità che cerchiamo di riconoscere tutte le nostre qualità, le mete, i mezzi e le definizioni interiori. Più avanti, quando ci eleviamo al di sopra del Machsom, correggiamo solo il male in noi, che riveliamo e prepariamo per la correzione durante il periodo della preparazione.

Baal HaSulam spiega che durante il periodo della preparazione “commettiamo” (riveliamo in noi stessi) Zdonot (trasgressioni intenzionali) e Shgagot (errori non intenzionali o negligenze). Correggiamo questi errori e negligenze dopo il periodo della preparazione, durante la tappa che si chiama “dazione per la dazione”, e dopo correggiamo le trasgressioni intenzionali, durante la tappa di “ricezione per la dazione”.

Il periodo della preparazione è un momento della rivelazione di tutti i “peccatori” dentro di noi. Li riveliamo gradualmente, nella misura in cui ne siamo capaci. Però la cosa più importante, li evidenziamo nella misura in cui possiamo tollerarli in noi, così come siamo capaci di rivelarli senza scappare dal cammino spirituale! Fino a che non li avremo svegliati tutti, non potremo attraversare il Machsom.

Attraversiamo il Machsom a condizione che ci eleviamo al di sopra delle trasgressioni e della negligenza. Non dobbiamo dedicarci a correggerle, ma anzi, ad elevarci al di sopra di esse. Dopo, al di sopra del Machsom, le correggiamo ed acquisiamo l’intenzione della “dazione per la dazione”. Le utilizziamo come sono e siamo disposti a rimanere in esse, per il bene della dazione. Ciò significa che attraversiamo il Deserto del Sinai.

Allora le correggeremo con l’intenzione della “ricezione per la dazione”, che significa che entriamo nella Terra di Israele (la rivelazione del Creatore). Risulta che all’interno delle qualità stesse che riveliamo dentro di noi prima del Machsom, più avanti riveliamo il Mondo Superiore, il Creatore.

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Lo Zohar parla di me

problema-1_100_wp1Dobbiamo percepire ogni parola del Libro dello Zohar nel suo senso spirituale perché parla dei nostri desideri, forze e qualità interiori. Dobbiamo cercare di scoprire la connessione tra loro. Dove si trovano tutte le mie qualità interiori che lo Zohar chiama animali, pesci, uomo, l’arca e le acque del diluvio?

Sto scoprendo me stesso. Desidero guardare me stesso dall’interno, come guardo una radiografia, perché tutte queste cose accadono dentro di me. Non c’è nient’altro nell’esistenza al di fuori di me.

Lo Zohar parla solo della materia (desiderio) e la forma di questa materia: il tipo di desiderio di cui si tratta. Però tutti questi desideri sono orientati verso “il mio beneficio” e per questo mi danno la sensazione di “questo mondo”.

Tuttavia, se cambiasse le sue intenzioni per “il beneficio degli altri” (il mio prossimo o il Creatore), allora comincerebbe a percepire “l’altro” mondo attraverso loro, invece di “questo” mondo. Le parole del Libro dello Zohar non si riferiscono a nient’altro che alle mie qualità.

(Lezione dello Zohar 7-12-09).

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“Il cancello delle lacrime” è la gioia dal fatto che alla fine e davvero voglio diventare simile al Creatore.
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