Attraverso la Kabbalah ci è possibile soffrire con consapevolezza e amore
Ho ricevuto alcune domande sull’influenza della Luce e le difficoltà sperimentate mentre si studia la Kabbalah.
Domanda: è possibile che la Luce ci influenzi anche se non siamo coscienti della Kabbalah e tuttavia ci sentiamo attratti da essa? Forse, inconsciamente, o a causa di cicli di vita anteriori, nei quali siamo stati coinvolti intensamente nello studio della Kabbalah, si risveglia il desiderio, e provoca in noi la ricerca della Kabbalah?
La mia risposta: Il risveglio di una persona verso lo studio della Kabbalah, è il risultato della nascita di un Reshimò. Forse è la prima volta che questo le succede, o forse si tratta della continuazione, in questa vita, di ciò che si è iniziato anteriormente. La sequenza di Reshimot è rivelata una alla volta, guidandoci alla Kabbalah, anche se non sappiamo niente riguardo ad essa.
Domanda: le difficoltà che sperimentiamo quando studiamo la Kabbalah, che sono brevi sofferenze condensate, ci si dovrebbero presentare, se non studiassimo la Kabbalah?
La mia risposta: certamente. Tuttavia , quando studiamo la Kabbalah soffriamo, non nella realtà, ma nella mente con comprensione ed amore.
Domanda: la forza che agisce su di noi, come risultato del nostro desiderio di avanzare spiritualmente, si chiama “Luce” perché “illumina” l’oscurità, cioè l’inconscio. Dopo diventa conscio?
La mia risposta: Si, è così, nella misura della nostra equivalenza con Essa.
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