La morte

dieRav Michael laitman, phd è intervistato dal popolare conduttore della televisione russa lev novozhenov.

“ La morte” uno dei temi dell’intervista

L. Novozhenov: Lei ha detto che una persona, che si trova in equilibrio con la legge della natura non si ammala. Questa persona non muore neanche? Questo significa che non ci si ammala e non si muore?

M. Laitman: La morte non è conseguenza di una malattia:
La morte è un periodo di tempo naturale con finalità di limitare la realizzazione della missione dell’uomo, in una determinata tappa del suo sviluppo egoistico. Ci sono differenti periodi e tipi di morte.Qualche volta possiamo parlare di questi stati con più dettagli. Però questi periodi non dipendono dalle malattie. Si può star bene in salute, però poco a poco l’egoismo “animale”si va consumando. Perché una persona muore? Perché consuma il suo egoismo. L’uomo non desidera mantenere questa condotta.

L.Novozhenov: Se vuole avere una lunga vita – è un egoista!

M. Laitman: diciamo che è così. La vecchiaia arriva quando si consuma l’egoismo, i desideri vengono meno. Però perché? E’ un errore pensare che, con la fine della vita , è necessario aver accumulato un gran egoismo. L’uomo deluso è depresso perché non può soddisfarsi naturalmente in forma egoistica. I desideri egoistici non possono soddisfarsi attraverso i mezzi naturali. Una persona compra una macchina un appartamento, non importa cosa- al fine, una settimana dopo il piacere delle cose che ha acquistato sparisce, tutto torna al quotidiano. O una persona affamata, che finalmente arriva ad ottenere il cibo, inghiotte varie porzioni, finchè il suo piacere sparirà, l’uomo deve passare ad un’altra cosa.

Quando il piacere riempie un desiderio egoista, lo annulla, e il piacere si lascia percepire come tale. L’egoismo si uccide da solo. Questo è il segreto e la causa della nostra morte. Se avviene in maniera, senza avvicinarsi alla morte, si starà percependo l’immortalità.

Che significa immortalità? Noi non percepiamo la morte del nostro corpo come la morte del nostro “io”. L’uomo avrebbe la sensazione dell’eterna circolazione delle informazioni materiali come il suo proprio “io”. Perfino davanti alla morte del corpo, ci lasciamo relazionare con lui. Però l’io non è un organismo biologico. L’io è una cosa spirituale distinta. Si possono sostituire la totalità degli organi del corpo, però il mio “io” continuerà ad essere il mio “io”. Un corpo non è altro che una macchina.

Anticamente si pensava che l’io era il cuore della persona. Ora pensiamo che chissà è la mente, la coscienza. A breve saremmo in grado di sostituire le teste delle persone, e sarà lo stesso non avremo scoperto niente di nuovo. L’io della persona continuerà ad essere quello che è.

Quando il desiderio si trasforma in altruismo non sparisce sotto l’influenza della soddisfazione di colui che lo sta ricevendo, e l’uomo sarà capace di percepire l’immortalità. Chi studia la kabbalah raggiunge questo stadio, e si innalza al livello dell’eterna circolazione dell’informazione, relazionando il suo “io” a questa eterna corrente. E la morte del corpo è come un cambio di camicia.

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3 Commenti

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  3. Molto interessanti queste spiegazioni sull’io,…mi chiedo dove risiede fisicamente. Nel cervello? Chiaro che se mi praticassero un trapianto di testa, io continuerei a percepirmi nel nuovo corpo con la mia vecchia testa, ma se si potesse sostituire una porzione di cervello? Cosa succederebbe? Magari unire un emisfero destro di una persona con quello sinistro di un’altra,…che succederebbe? Due “io” in un’unico corpo?

    Grazie,
    Davide.

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