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Il tempo è la sensazione soggettiva che un giorno arriverà qualcosa che oggi ci manca

machsom1Una domanda che ho ricevuto: Come spiegano i Kabbalisti i parametri del tempo, che noi sentiamo attraverso i nostri sensi e possiamo misurare usando strumenti tecnici di questo mondo?

  • Perché abbiamo bisogno del fattore e della percezione del tempo? E perché questo percepirlo svanisce dopo che passiamo il Machsom?
  • Come e perché creiamo il tempo dentro di noi?
  • Quali effetti può avere una persona sul tempo, e, viceversa, come influisce il tempo sulle persone?
  • In fine, quali effetti ha il tempo sulla Natura nel suo complesso e viceversa?

La mia risposta: Il tempo è prodotto dall’egoismo di ognuno. Il tempo è il sentimento di una mancanza, cioè della differenza fra ciò che esiste e ciò che esisterà. Tuttavia se una persona percepisce il futuro come qualcosa di già ricevuto, qualcosa di già presente, allora non sentirà il tempo e non avrà il senso di qualcosa che gli manca oggi e che arriverà in futuro.

D’altro canto, se una persona crede pienamente, e senza ombra di dubbio, che non ha ricevuto qualcosa, ma che la riceverà, allora il presente e il futuro sono lo stesso per essa, dato che il futuro non ha nulla da aggiungere al presente. Questo è perché l’elevarsi sopra l’egoismo ci permette di vivere il presente e niente altro che il presente.

È stato scritto che colui che tende verso il Creatore comprime il tempo. Il fatto è, che l’intera immagine del mondo è inclusa in noi, compreso anche il parametro del tempo.

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Cosa servirà per far capire alle persone comuni che siamo tutti interdipendenti ?

threatMolti scienziati e filosofi da Vernadsky, Kant ed Hegel fino ai filosofi dei giorni nostri, descrivono il mondo come un sistema unito e chiuso che è completamente interdipendente a tutti i livelli. Essi spiegano che l’uomo non può sottrarsi alle leggi della Natura, e che rimane sempre dentro di esse.

Oggi anche noi possiamo vedere che la Natura è completamente unita/completa. Ma questo concetto come può essere rivelato e compreso dall’uomo medio del mondo, che conosce solo il posto dove lavora e la strada per andarci e per poi tornare a casa? Gli risulterà più chiaro quando, entrando nel suo abituale negozio di alimentari, il rivenditore gli dirà “Non c’è più pane!”

Perché non c’è più pane? Perché un fornitore non ha consegnato la farina, un altro l’olio, un altro l’acqua, e un altro ancora l’elettricità. Per farla breve, non c’è più pane! Allora che cosa si può fare? Cercare un accordo con tutti- allora si avrà il pane.

L’uomo dovrà allora darsi da fare e mettersi d’accordo con tutti, e quindi imparerà che è dipendente dal mondo intero. Questa è la situazione verso la quale ci stiamo dirigendo. Se non ripareremo la connessione tra di noi, non avremo altro che degli scaffali vuoti. E questa grande sofferenza ci farà scoprire la nostra dipendenza dagli altri.

Alcuni uomini pensano di essere capaci di farcela da soli. Pensano “ mi comprerò da me un po’ di terra, pianterò delle patate e dei pomodori, e tutto questo sarà abbastanza per me. Voi altri potete andare all’inferno per quel che mi interessa! Starò benone da solo.” Ma questo è impossibile! Oggi la vita è organizzata in un modo che non permette a nessuno di tirarsi fuori. Questa è la ragione per cui Baal HaSulam dice che se ( non ) prendiamo delle misure contro le separazioni ( tra gli uomini), ci dirigeremo verso dei regimi nazisti. Dopo tutto, saremo ancora uniti, ma sul fronte opposto: la ricezione invece che la dazione.

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