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Amare il tuo prossimo

ravdito2Domanda di Tami : Se è vero che il prossimo ed io siamo un tutt’uno, come faccio ad affrontare i vari ostacoli causati da esso e a reagire di fronte alle situazioni persino distruttive che possono presentarsi?

La mia risposta: Questo è un vero problema. Noi ogni giorno ci troviamo ad affrontare questa situazione nelle relazioni con i nostri simili ma, come dicono le scritture, “il valoroso dei valorosi” è colui che si fa amico del suo nemico!.

Oren Levi: Intende dire che “il valoroso dei valorosi” è colui che riesce a trasformare un nemico in amico?

La mia risposta: Sì, realmente dobbiamo provare a fare questo, in tutti gli ambienti: nella nostra casa, nella nostra società, nel paese e in tutto il mondo. Dobbiamo capire che l’ego ci allontana gli uni dagli altri e ci differenzia, al punto che ci rende nemici di tutti. Io penso che dovremmo arrivare a spiegare a noi stessi e agli altri che ci conviene amarci, come occasione della vita, per raggiungere la meta: rivelare l’anima e vivere in essa, da ora. Procedendo in questo modo avremo la percezione della vita eterna. Bisogna provare!

Oren Levi: Sì, ma cosa deve fare Tami? Lei ci dice che bisogna riconoscere il prossimo e sentirsi un tutt’uno con esso, ma in una situazione nella quale si subiscono torti, anche gravi, cosa si può fare concretamente?

La mia risposta: Allontanarsi da questa cattiva relazione, allontanarsi per non lasciare che il male cresca, e provare a creare nuove relazioni. Questo è ciò che si deve fare, tanto a livello personale quanto nelle questioni internazionali, tra Paesi. Dopo si potrà cominciare a creare qualcosa di nuovo.

Oren Levi: Ma se io le faccio del male e lei non si allontana, perché vuole essere un tutt’uno col prossimo, come reagisce di fronte al fatto che le ho fatto del male?

La mia risposta: Mi comporto come se non fosse successo niente, ottenendo così qualcosa di nuovo. La saggezza della Kabbalah ci insegna, in riferimento allo sviluppo spirituale, che esiste lo “tzimtzum”(contrazione), uno stato nel quale annullo la mia attitudine egoistica e oppostiva, che ci differenzia, anteponendo una barriera di fronte alla situazione negativa accaduta, al fine di costruire una situazione nuova e positiva, senza allontanarmi.

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Chi puo’ diventare kabbalista ?

chidiventakabDomanda: Se ho ascoltato correttamente, nelle lezioni Lei dice che gli Ebrei sono i primi soggetti alla correzione, perché le anime delle persone presenti sul Monte Sinai, che ricevettero la Torah, permangono in loro. Seguendo questo principio, mio marito ha concluso che né io né i nostri figli, nati dalle nozze tra una gentile e un giudeo, fino a dopo il Guiyur, apparteniamo, secondo le radici spirituali, a questa nazione.

La mia risposta: «Le persone (il gruppo di Abramo), che si erano corrette precedentemente nel tempo dei Tempi e caddero nella moltitudine di Babilonia per mescolarsi con essa, devono correggere sé stesse e tutto il mondo. Gli altri uomini non sono obbligati a farlo, ma se le scintille (Reshimòt), ossia le iscrizioni, appaiono al loro interno a causa della relazione con il gruppo di Adamo, allora essi si uniranno volontariamente al suddetto gruppo. Oltre a questo, non sappiamo in realtà chi fra loro nel passato appartenne alla nazione di Israele; gli ebrei di oggi sono la decima parte di essa, i restanti si dispersero in tutto il mondo. Ė possibile che ce ne siano mille milioni. Per questo motivo, chi prova inquietudine chiedendosi qual è il senso della vita e non trova la risposta nel mondo circostante, deve proseguire la ricerca fino a riconoscere la sua vera appartenenza: “Isra-el”, che significa “aspirazione verso il Creatore”.

Domanda: « Può un “gentile” diventare un Kabbalista?».

La mia risposta: «Se un uomo ha il “punto nel cuore” o l’aspirazione verso il Creatore, allora la nazionalità non importa. Allo stesso modo Abramo e i suoi discepoli si separarono da tutta l’umanità, a causa della loro aspirazione verso il Creatore, e organizzarono il gruppo dei Kabbalisti, la nazione degli Ebrei. Solo più tardi questo gruppo cadde dal suo livello spirituale fondato sul principio:“Amerai il tuo prossimo come te stesso”, e diventò, come tutti gli altri Babilonesi, le nazioni del mondo. Perciò ora tutte le persone, dalla prima all’ultima, devono tornare al Creatore».

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